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Odontotecnici Attenzione!

DEDICATO AGLI ODONTOTECNICI

L’ARTICOLATORE NON E’ AFFIDABILE, PERCHE’ NON PUO’ RIPRODURRE LA FUNZIONE MUSCOLARE, UNICA RESPONSABILE, INSIEME AI DENTI, DEI RAPPORTI INTERMASCELLARI DELLA BOCCA.

 

L’arcata superiore è fissa e fa corpo unico con il cranio.

Solo l’arcata inferiore (la mandibola) è mobile ed agisce in retrusione, in protrusione e in lateralità, così diventando responsabile – quando sbilanciata – di abrasioni dentarie, di sofferenza gengivale, di dolenzie, di mobilità dentaria…

Come mai dunque l’articolatore, che dovrebbe essere un simulatore del movimento articolatorio con una tolleranza ristrettissima, e dovrebbe riprodurre fedelmente la movimentazione dell’apparato masticatorio del paziente, presenta la mandibola immobile e il mascellare superiore mobile?

Come può l’odontotecnico predisporre sull’arcata inferiore le guide di retrusione se non può simulare il movimento di retrusione della mandibola concentrandosi sull’abbassamento (1-1,5 mm) che è sempre contemporaneo alla retrusione stessa (1-1,5 mm)?

Non è movimentando la mascella in avanti e in su che possono essere costruiti gli stop inferiori, poiché la risposta di una mascella che avanza “alzandosi” non può che confondere il tecnico.

Se l’operatore potesse manovrare la mandibola abbassandola e retrocedendola, sfruttando la forza di gravità e sapendo di simulare un movimento fisiologico, creerebbe un manufatto più credibile, anche se comunque imperfetto. Solo nella bocca del paziente può essere impostata un’occlusione bilanciata in tutte le direzioni.

Oltretutto una sola asta anteriore non è sufficiente per la determinazione del piano occlusale. Sarebbe auspicabile disporre di altre due aste di riferimento a livello dei molari, una sul lato destro, l’altra sul lato sinistro.

L’altezza di queste due aste dovrebbe essere determinata nella bocca del paziente durante il lavoro di bilanciamento e passata al laboratorio. Ne potrebbe scaturire un’asimmetria tra le due aste. L’asta di destra potrebbe avere un’altezza diversa dall’asta di sinistra. E il laboratorio dovrebbe rispettare questa asimmetria, perché potrebbe rispecchiare l’effettiva posizione spaziale di quella mandibola.

Bisogna che l’odontotecnico sviluppi maggiormente le sue conoscenze circa l’anatomia dei denti e soprattutto circa i contatti occlusali. Questi avvengono sempre tra superfici curve e seguono delle regole ben precise difficili da riprodurre in laboratorio; ma che comunque vanno tenute presenti. Il tecnico deve saper riconoscere le cuspidi di sostegno superiori dei denti laterali, che non possono che trovare contatto nelle fosse e nelle creste dei denti inferiori antagonisti. Qualsiasi altro tipo di contatto dentario deve essere considerato fantasioso e inconciliabile con il benessere del paziente protesizzato.

La mandibola, nel corso delle sue 3-4 movimentazioni di base, si abbassa sempre. Si abbassa quando avanza, si abbassa quando retrocede e quando va in guida canina. L’entità degli spostamenti è però minima. Ma gli spostamenti devono essere accompagnati da appoggi solidi e non devono avvenire sul vuoto.

Visto che è impossibile riprodurre la perfezione dei contatti occlusali di una dentatura integra naturale, bisogna che il tecnico non perda tempo nel fare denti complicati. I denti devono essere semplici, ma rispettosi degli appoggi e dei contatti fondamentali, delle loro sequenze e delle vie di uscita nelle varie direzioni.      

Un calco in gesso di una masticazione non abrasa di un paziente adulto è garanzia di rapporti occlusali bilanciati. Esso può essere utilizzato come oggetto di studio e di riflessione senza dover andare a cercare i crani secchi nei Musei di Anatomia.     

L’arcata superiore deve essere ben cuspidata e diventerà intoccabile (salvo che per i ritocchi di guida incisiva e canina che debbono essere effettuati – a secondo dei casi – anche sull’arcata superiore). Sarà dunque sull’arcata inferiore soltanto che si faranno i ritocchi, spessorando o abbassando ove necessario.

Ma se l’odontotecnico non conosce bene le movimentazioni di base della bocca, e se egli non si rende conto del ruolo stabilizzatore del contatto di protrusione e di quello di guida canina, né di quello degli stop simmetrici di retrusione, come può produrre un manufatto accettabile, soprattutto se il dentista non collabora e si limita a porre in bocca al paziente la protesi senza saperne controllare contatti e precontatti sia nella intercuspidazione che nella  movimentazione mandibolare bilanciata?  




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